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MaternitàRiflessioni su 'Adolescence' di Netflix: la realtà dei nostri figli

Riflessioni su ‘Adolescence’ di Netflix: la realtà dei nostri figli

L’articolo esplora le emozioni e le riflessioni di una madre dopo aver visto ‘Adolescence’ su Netflix, mettendo in luce la difficoltà di comprendere il mondo digitale dei propri figli.

La prima impressione su Jamie Miller

L’autrice condivide la sua reazione iniziale al personaggio di Jamie Miller , un ragazzo di 13 anni accusato di un crimine grave. La sua impressione è stata segnata dalla sorpresa e dalla naivete nel pensare che Jamie non potesse essere capace di atti violenti. La sua vulnerabilità è evidente nei suoi piccoli bracci di un ragazzo che sta ancora crescendo, che si mostrano simili a quelli dei suoi stessi figli. Quando la polizia entra nella sua stanza, l’autrice nota il disordine che ricorda quello dei suoi quattro ragazzi durante l’adolescenza. La sua reazione è di incredulità, pensando che i poliziotti si sbagliassero, proprio come i genitori di Jamie.

L’autrice continua a riflettere su quanto fosse difficile accettare che un ragazzo così giovane e innocente potesse essere coinvolto in un crimine così grave. La sua immagine di Jamie è quella di un ragazzo tender , vulnerabile e incerto , che piange per il padre e non per la madre, il che la fa riflettere ulteriormente. Nonostante le prove schiaccianti, come un video che mostra Jamie mentre accoltella una ragazza, l’autrice si rifiuta di credere che potesse essere lui. Anche quando il suo stesso figlio adulto, seduto accanto a lei, esprime preoccupazione per Jamie, l’autrice continua a pensare che fosse troppo giovane e innocente per essere coinvolto in atti di violenza. La sua visione cambia quando, in un episodio successivo, Jamie si trova solo con la sua terapeuta, rivelando un lato più oscuro e complesso, un ragazzo che desidera diventare un certo tipo di uomo, ma che è anche arrabbiato con le ragazze, le donne e se stesso.

Alla fine, l’autrice realizza che Jamie è stato influenzato da un mondo online tossico e misogino, e si chiede se sarebbe stata in grado di vedere questa realtà se fosse stata nei panni dei genitori di Jamie. Questo porta a una riflessione profonda su quanto i genitori pensino di conoscere i propri figli, ma in realtà non comprendano il loro mondo digitale e le insidie che possono nascondere. La sua esperienza la porta a considerare che, nonostante le conversazioni e la conoscenza superficiale delle vite dei suoi figli, c’era un intero universo di pericoli che le sfuggiva.

Source: Santiago Antunez - pexels - Teen boy in casual outfit sitting against concrete pillar, urban background.
Source: Santiago Antunez – pexels – Teen boy in casual outfit sitting against concrete pillar, urban background.

La vulnerabilità dei ragazzi

L’autrice riflette sulla vulnerabilità dei ragazzi, evidenziando come sia difficile accettare che possano essere capaci di atti violenti. Durante la visione di “Adolescence”, la sua reazione iniziale al personaggio di Jamie, un ragazzo di 13 anni, è stata di incredulità. Non riusciva a credere che un ragazzo così giovane e tenero , con le sue braccia ancora da bambino, potesse essere accusato di un crimine così grave. La sua immagine di Jamie, con il suo aspetto goffo e insicuro , la portava a pensare che fosse impossibile che potesse commettere un atto violento. La madre si rende conto che, nonostante la sua percezione di Jamie come un ragazzo innocente, ci sono segnali che indicano una realtà più complessa.

Anche quando il suo stesso figlio adulto, seduto accanto a lei, esprime preoccupazione per il comportamento di Jamie, lei continua a rifiutare l’idea che il ragazzo possa essere pericoloso. La sua convinzione che Jamie fosse troppo giovane e vulnerabile per fare del male la porta a ignorare la verità. La visione di un video in cui Jamie commette un omicidio la shocka, ma è solo quando lo vede interagire con la sua terapeuta che inizia a comprendere la sua vera natura. Jamie, pur essendo ancora un ragazzo giovane e tenero , mostra segni di rabbia e frustrazione verso le ragazze e le donne, influenzato da un mondo online tossico e misogino. L’autrice si interroga su quanto conosca realmente i suoi figli e si rende conto che, nonostante le conversazioni quotidiane e la conoscenza delle loro vite, c’è un intero universo digitale che le sfugge.

Questo la porta a riflettere su come, anche sedendo accanto a loro, non possa percepire i pericoli che si nascondono nel loro mondo online. La consapevolezza che i suoi figli possano affrontare situazioni di bullismo e violenza nel loro ambiente digitale la colpisce profondamente, facendole capire che la sua percezione della loro vita non è sufficiente per proteggerli. In conclusione, l’autrice esprime il suo rammarico per non aver compreso appieno le sfide che i suoi figli affrontano, sottolineando l’importanza di essere consapevoli della vulnerabilità dei ragazzi e della necessità di un dialogo aperto e onesto sulle esperienze che vivono.

Source: Pixabay - pexels - A wooden hammer poised above a fragile egg in a dramatic still life composition.
Source: Pixabay – pexels – A wooden hammer poised above a fragile egg in a dramatic still life composition.

La scoperta della verità

L’autrice realizza che la violenza di Jamie è influenzata da un mondo online tossico e misogino . Inizialmente, non riesce a credere che un ragazzo così giovane e vulnerabile possa essere capace di un atto così grave. La sua reazione è segnata dalla sorpresa e dall’incredulità, poiché Jamie appare come un ragazzo normale, con le braccia di un tredicenne che sta ancora crescendo, e che sembra troppo tenero e innocente per commettere un crimine.

Il momento della rivelazione

Quando l’autrice assiste alla proiezione di un video in cui Jamie accoltella una ragazza, rimane scioccata. Nonostante la prova schiacciante, continua a sperare che ci sia un errore, che il video possa essere stato manipolato. Tuttavia, nel corso degli episodi, in particolare quando Jamie è solo con la sua terapeuta, emerge un altro lato di lui: un ragazzo che desidera diventare un certo tipo di uomo, ma che è anche arrabbiato con le ragazze, le donne e se stesso.

Una nuova consapevolezza

Alla fine, l’autrice comprende che Jamie è stato plasmato dalla violenza e dalla misoginia presenti nel suo ambiente digitale. Si interroga su quanto sarebbe stato difficile per i genitori di Jamie riconoscere questi segnali. La sua esperienza la porta a riflettere su quanto poco sappiamo realmente dei nostri figli e delle loro vite online.

Il messaggio per i genitori

Questo è uno dei messaggi chiave che emerge dalla visione di “Adolescence”: molti genitori non sono consapevoli della realtà che i loro figli affrontano nel mondo digitale. Anche se si pensa di avere una buona comunicazione con i propri ragazzi, ci si può rendere conto che non si conosce affatto il loro universo virtuale. L’autrice si rende conto che, nonostante le conversazioni quotidiane e la conoscenza delle amicizie e delle attività dei suoi figli, c’era un’intera dimensione della loro vita che le era sconosciuta.

Il rischio invisibile

La verità è che il pericolo può essere nascosto in bella vista, e i genitori potrebbero non accorgersene. L’autrice riflette su come, mentre i suoi figli crescevano, lei si sentisse sicura della loro sicurezza, ignara delle sfide che affrontavano nel loro mondo digitale. La consapevolezza che uno dei suoi figli fosse stato vittima di bullismo senza che lei ne fosse a conoscenza la colpisce profondamente, facendole capire che la realtà dei ragazzi è molto più complessa di quanto si possa immaginare.

Source: Markus Winkler - pexels - Scrabble tiles spelling 'Deepseek' on a wooden table, emphasizing inquiry and exploration.
Source: Markus Winkler – pexels – Scrabble tiles spelling ‘Deepseek’ on a wooden table, emphasizing inquiry and exploration.

La connessione genitore-figlio

L’autrice riflette su quanto sia difficile per i genitori comprendere il mondo digitale dei propri figli e le loro esperienze. Si rende conto che, nonostante le conversazioni quotidiane e la conoscenza delle loro amicizie, sport e interessi, c’è una dimensione della vita dei ragazzi che rimane nascosta. Anche se credeva di essere in sintonia con i suoi figli adolescenti, si accorge che non conosceva affatto il loro universo digitale .

Scoprire la verità

L’autrice si chiede se, se fosse stata nei panni dei genitori di Jamie, avrebbe notato i segnali di allerta. La risposta è probabilmente no. Questo è uno dei principali insegnamenti che emergono dalla visione di “Adolescence”: i genitori spesso non si rendono conto di quanto non sappiano sui propri figli.

Riflessioni personali

L’autrice si interroga su cosa farebbe ora se i suoi figli fossero ancora adolescenti. La sua intuizione la porta a pensare che cercherebbe di limitare l’accesso ai smartphone e di coinvolgere altri adulti nella vita dei suoi ragazzi, creando una rete di supporto più ampia. Riconosce che, come molti genitori, stava cercando di rimanere connessa, ma non sempre ci riusciva.

La realtà dei ragazzi

La verità è che il mondo in cui vivono i ragazzi non è lo stesso di quello in cui sono cresciuti i genitori. L’autrice scopre che uno dei suoi figli è stato vittima di bullismo alla stessa età di Jamie, e che i docenti non hanno fatto nulla per intervenire. Questo la porta a riflettere su quanto fosse ignara della sofferenza dei suoi figli e su come il bullismo potesse estendersi anche nel loro universo digitale .

Il percorso di crescita

Fortunatamente, il figlio ha superato queste esperienze e ora è in grado di condividerle con la famiglia. L’autrice si sente fortunata per essere riuscita a superare queste difficoltà, ma riconosce che la realtà di “Adolescence” è una verità che non avrebbe mai voluto affrontare.

Source: Emma Bauso - pexels - A joyful family walking together outdoors, holding hands in a playful and happy moment.
Source: Emma Bauso – pexels – A joyful family walking together outdoors, holding hands in a playful and happy moment.

Le esperienze personali

L’autrice condivide la sua esperienza personale con il bullismo , rivelando quanto sia difficile riconoscere i segnali nei propri figli. Durante la visione di “Adolescence”, riflette su quanto pensasse di conoscere i suoi ragazzi, ma si rende conto che c’era molto di più che non sapeva.

Il legame con i propri figli

Credeva di avere un buon rapporto con i suoi ragazzi, parlando spesso con loro in cucina, durante i viaggi in auto o mentre guardavano un film. Sapeva chi erano i loro amici, quali sport praticavano, i loro voti, i gusti musicali e persino se avessero una cotta per qualcuno. Tuttavia, si rende conto che questo non era sufficiente.

La realtà del mondo digitale

L’autrice comprende che non conosceva affatto il loro universo digitale . Anche se era seduta accanto a loro, guardando lo stesso feed sui social media, non riusciva a comprendere il pericolo che si nascondeva in bella vista. Non sapeva che uno dei suoi figli era stato bullizzato alla stessa età di Jamie, e che gli insegnanti avevano assistito senza intervenire.

La lotta e la resilienza

Il figlio ha affrontato un anno di sofferenza, temendo di andare a scuola e senza mai dirlo a nessuno. Anche a casa, non trovava tregua dai bulli, che lo perseguitavano anche nel suo universo digitale. Fortunatamente, è riuscito a superare questa esperienza, anche se non senza cicatrici. Ora, da adulto, è in grado di condividere ciò che ha vissuto con la madre, i suoi fratelli e il suo partner. L’autrice si sente incredibilmente fortunata per essere riuscita a superare questa fase, ma non può fare a meno di chiedersi cosa avrebbe fatto diversamente se i suoi figli fossero ancora adolescenti.

Si chiede se avrebbe cercato di limitare l’accesso agli smartphone o coinvolgere altri adulti nella vita dei suoi ragazzi, per creare una rete di supporto più ampia. La verità è che il mondo in cui vivono i suoi figli non è lo stesso in cui è cresciuta, e si rende conto di quanto poco sapesse realmente.

Source: MART  PRODUCTION - pexels - Muslim woman in hijab typing on a laptop indoors with a coffee mug nearby at a table.
Source: MART PRODUCTION – pexels – Muslim woman in hijab typing on a laptop indoors with a coffee mug nearby at a table.

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